Ho pubblicato le poesie contenute nel Libro Parole di Sabbia parole di vento POESIE
Se mi chiedo che cosa è un abbraccio.
Rispondo dicendo che è una cosa meravigliosa, ma dico poco, quasi niente.
Dire che è un corpo che lega e stringe uno all’atro, troppo poco. Ad ogni definizione che mi viene in mente, appare sempre il limite di ciò che dico, insufficiente.
Quando ho scritto che è un racconto fra due persone, l’ho fatto con molto senso, mi pare, del romantico che c’è nella vita delle persone. Ma anche in questo caso, può avere connotati infiniti. Ci sta tutto: l’amore, la tenerezza, il dolore, la gioia, il pianto, il riso. L’abbraccio come un filo che produce scintille per illuminare e coinvolgere. Aggiungo subito che mi viene da pensare, che non sono due corpi, ma due cuori e se volete, due anime.
Quando lavoro per realizzare l’abbraccio che mi viene in mente, lo disegno. Comincio con una idea che mi pare esaltante e nel produrre segni l’idea fatalmente cambia. Le mani mi rubano la fantasia. Nel segno non c’è più l’incanto, si allontana dall’intento. Una complicità ignota conduce il gesto. Aggiusto, correggo, cancello. Il segno sulla carta bianca mi provoca. L’emozione che l’aveva suggerito, diventa nuvola persa in un cielo che si fa tempesta. Mi butto sui corpi da disegnare per agguantarli e punirli di non so che. Li contorco, li accarezzo per piegarli al mio desiderio. Cerco l’evocazione che mi coinvolga. Vorrei che parlassero senza mostrarmi il volto. Poi mi accorgo che gli abbracci non hanno bisogno di parole. Diventano racconto senza parole. Quando picchio su pietra informe, mi viene da bestemmiare, anche se non sono uso a farlo, mai. Chiedo, alla pietra, di mostrare tenerezza. La pietra mi consiglia prudenza e pazienza. Quando pretendo troppo, grida di dolore alle martellate senza ragione. Confesso che non ho ancora capito che cosa chiedo ai miei abbracci dipinti o scolpiti. Comincia a crescere il dubbio che li voglio fare, ma senza sapere che cosa sono. Mi sembra un libro con pagine di sentimenti alla luce del giorno. Diventa specchio del mio tempo vissuto. Memoria che diventa mare. Onde di mare in balia del vento. Abbraccio con devozione l’idea. L’idea che vuol farsi immagine… oggetto. Non ditemi che abbraccio il vento. Anche se il vento, se apro la fantasia, mi permette di volare. Sempre volare, sognare. Sognare abbracci…senza fine. Il desiderio… gli abbracci…senza tempo, di tutte le stagioni della mia vita e di quelle che verranno.
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