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Parole di sabbia e di vento | Vorrei |
Vorreil fiore più bello | Per non dimenticare |
Il Mercato delle cose perse | Credo di essere molto fortunato |
Pensiero | La mia casa |
Ha bussato alla mia porta | L’amore è un labirinto |
Oggi volevo dipingere il tuo corpo | L’ amore impossibile |
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pagine di RossoVeneziano
CHI vuol leggere
PENSIERI e Parole PENSIERI e parole
Scritti di ieri, oggi e domani
PAROLE di SABBIA PAROLE di VENTO
PREFAZIONE
Apro il sipario che ho imbastito nel tempo. La scena ha tavole malsicure,
inchiodate con approssimazione ed in fretta.
Chiedo scusa se scricchiolano un poco.
Gli abiti, sono quelli trovati appesi negli armadi delle case, vissute negli anni ed in luoghi e stagioni diverse.
Accendo una luce fioca su di me, per farmi vedere.
La voce non è d’attore di mestiere, è la mia voce.
Le parole mi appartengono come i miei abiti, niente di più.
Lancerò in platea parole di sabbia e parole di vento.
Ascoltatele, se vi va.
L’applauso non è necessario ma, se per qualche motivo,
vi scappa dalle mani, sappiate che è bene accetto.
Ascoltate, se vi va.
Parole di sabbia , parole di vento
Parole di sabbia e di vento
Parole di sabbia, parole di vento.
Moti d’animo e suoni di mistero sono le mie parole.
Sono parole le mani giunte ed il capo chino,
sono parole il volto al cielo con gli occhi che cercano luce di luna.
Sono parole le parole della foglia caduta
che macera a terra, le sue ultime ore di vita.
Parole, la luce del sole che rompe il cielo di piombo,
parole di conforto su di noi, il suo calore , quando il tempo è ostile
Parole di sabbia mossa dal vento, sferzante, sul tuo viso difeso da mani aperte a scudo.
Parole di sabbia che scavano nella tua memoria, occhi di paura antica.
Parole di vento squarciano il cielo della sera, quando la sera ti si para davanti con coltre di buio nero che si stringe addosso.
Ma sono parole anche l’acqua di fonte che sgorga da roccia e gorgogliando racconta la sua storia infinita.
Sono parole il fiore di siepe spuntato all’alba , timido, tenero e ignaro
del giorno che verrà.
Sono parole il canto degli uccelli del lago.
Sono parole confuse per noi, ma sono parole, parole di canto e di pianto.
Parole di sabbia graffiata da mano capace,
per dire l’incanto che c’è nelle cose.
Sono parole, le labbra socchiuse che sfiorano il corpo che attende piacere,
Sono parole le mani in carezza.
Sono parole, scritte in amore, con sguardi fugaci e corse sfrenate
in abbraccio inebriante.
Sono parole, parole di vento il sorriso che attendi, la stretta di mano che ti porta via leggero nell’aria come piuma o farfalla.
Sono parolespesso non dette, le parole di sabbia che ti mozzano il fiato e
non trovano spazio per andarsene via.
Le parole di sabbia rimangono in gola e ti fanno paura, ti riempiono d’ansia con corda robusta che stringe il tuo collo.
Parole, le mie, parole di vento che scappano via senza controllo.
Parole le mie, parole lanciate nell’acqua del lago contando i suoi cechi,
per trovare il motivo di libero gioco.
Parole, le mie, di sabbia e di vento.
Parole rubate dal libro del tempo, parole smarrite in nuvole d’oro,
parole legate da lacci di gioia, parole trovate appese ad un chiodo.
Parole di sabbia, di vento e d’amore .
Non stanno nel pugno, le parole d’amore, scivolano via in granelli di sabbia.
Le parole più belle, scappano via
Trattieni nel pugno il pensiero ed i sogni
Parole di buio, sono i sogni d’amore.
Parole di vento, le parole d’amore.
Parole le mie di sabbia e di vento
Parole lanciate nel cielo dorato.
Parole le mie,
di sabbia e di vento.
Vorrei
Vorrei dirti che ti amo, è vero quando lo dico.
Vorrei dirti che per me sei una cosa bella,
è vero, se lo dico
Vorrei dirti che mi manchi molto, quando non mi sei accanto,
è vero, se lo dico.
Vorrei dirti, che tenerti per mano, sfiorarti il viso con le dita e baciarti,
quando sorridi, tenera ed invitante é delizia di vita.
È vero, se lo dico.
E’ vero anche che vorrei dirti cose carine, vederti felice, come meriti, credo.
E’ anche vero che vorrei sentirti mia, completamente mia, quando all’alba dei giorni belli, mi porgi il seno ed il tuo corpo, come frutti
da cogliere a piene mani
E’ vero, quando dico che ti amo,
è vero, quando lo dico.
Vorrei bere dalle tue labbra, e nella conca delle tue mani,
cullarmi sul tuo ventre e riposare sul tuo seno,
tenendo le mani addosso a te.
Ma è anche vero che ti odio è vero, quando lo dico.
Per le stesse cose per le quali ti amo, così, mi pare.
Quando dico che ti odio, è vero, quando lo dico
Ma non chiedermi, il perché.
Il fiore più bello
Volevo regalarti il fiore più bello del mio giardino.
Colto all’alba di un giorno tiepido di primavera:
colori d’incanto e profumato dall’essenza migliore, che esista in natura.
Volevo regalarti il pensiero più dolce trovato nell’animo mio,
capace di dedita attesa e delicata tenerezza.
Ho preparato le mani al gesto sincero e, lo sguardo pronto
a raggiungere il tuo.
Ho corso sui libri del mondo e nel pensiero infinito,
per trovare parole felici e gentili da dire, tacendo.
Volevo regalarti il giorno, che fosse il più bello della tua vita:
Cornice di sogno, musica sublime colori da festa, canto rubato al cielo.
Speravo di regalarti il desiderio di incontrarmi ancora, nella luce che pensi
e nel luogo che ami.
Avrei voluto vedere il sorriso sulle tue labbra,
nel momento più bello dei giuochi d’amore,
e lo sguardo timido chino sul mio quando il petto batteva,
per carezze avvertite.
Volevo regalarti un fiore, il più bello che conosca,
colto con mani capaci di passione.
Avrei voluto regalarti un fiore
Per i momenti vissuti nell’ebbrezza, dell’esserti accanto.
Quando volevo consumare le mie dita sulla tua schiena ,
accarezzandoti dolcementee le tue labbra segnavano il mio collo.
Quando le mie mani intrecciavano i tuoi capelli di nuvola chiara,
cenere bionda, fili di sole, di luce dorata per teli di sogno
sul tuo corpo di splendente bellezza.
Volevo regalarti il fiore senza nome che cresce nel mio giardino.
Ora lo riconosco, indicandolo col tuo.
Vorrei che fosse rigoglioso in ogni stagione,
presente in ogni angolo, della mia casa aperta.
Volevo regalarti il fiore più belloche possa trovare.
Volevo regalarti un fiore
Colto dalle mie mani.
Per non dimenticare
Perché non possiate dimenticare di avermi incontrato
vi regalo una carezza, col cuore di palma nana,
un ciuffo di rosmarino, verde e profumato,
una foglia d’alloro strappata al vento,
una foglia di vite, su cui specchiare la brama di calore.
Vi regalo una foglia di fico ricamata di sogni,
un fiore appena nato di pianta senza nome,
che ruba lo sguardo.
Il profumo, che sta dentro il mirto annoiato,
il frutto del ginepro impazzito,
le foglie di menta, per tutti i giorni dell’anno.
Vi regalo il blu del mio cielo,
quando bisticcia col rosso ed il porpora della sera.
Vi regalo le stelle, quelle più luminose che trovate su di voi.
Vi regalo l’entusiasmo di Spes, il mio cane, vestito di scuro,
col suo abito migliore da festa, lucido e splendente,
quando si accosta alle vostre mani, agitando la coda a falce frondosa.
Vi regalo il nido, sul ramo alto dell’ulivo,
dove covare le avventure migliori del vostro pensiero.
Vi regalo il desiderio di parlare ,a voce alta ,
con la sera, che ci ruba il tempo.
Prendete la rosa dei venti disegnata sul palmo della mia mano,
vi può aiutare a cercare la rotta, nella tempesta.
Vorrei regalarvi l’entusiasmo di vivere, in un piatto di buona speranza.
Vi regalo, con la brezza della sera, un soffio di tenerezza .
Sono piccole cose che crescono nel piccolo orto della mia casa,
che ha braccia lunghissime per accogliere.
Perché non possiate dimenticare di avermi incontrato ,
vi regalo, se volete, la voglia di sfidare a viso aperto
il mistero delle cose che ci danno ansia.
L’augurio è di farne un pizzico di stimoli, per scandire il passo, col sorriso,
che racconta vittoria.
Poche cose ho nel mio pugno chiuso.
Lo apro e ve le porgo.
Prendetele, se vi va, altrimenti, volano via:
sono piccolissime cose, leggerissime e fragilissime.
Sono battiti di ciglia, ali di farfalle, bagliori improvvisi di luce argentata.
Perché non possiate dimenticare di avermi incontrato vi regalo un ewiwa,
tenendo in braccio la saggezza di Tarot, il mio gatto rosso.
Sollevando il calice colmo di festa,
Vi regalo un ewiwa, un ewiwa sincero,
prendetelo, se vi pare,
altrimenti Zucca, la mia gattina, colorata di bruno e grigio,
lo terrà fra le zampe,
per giocarci.
Un ewiwa
Il mercato delle cose perse
Al mercato delle cose perse
ho cercato di comprare il tempo. Il tempo perso, di seconda mano,
di provenienza ignota, di qualità, non eccellente.
Volevo anche comprare tenerezza,
la tenerezza persa, esposta e proposta a gran voce.
La provenienza era incerta e la qualità non apprezzabile.
In una bancarella fuori mano ,
ho chiesto che cosa offrisse –
Di tutto, fu la risposta, se si accontenta-
Ho frugato nella merce esposta alla rinfusa.
La sorpresa grande è stata conoscere la provenienza.
Si perde di tutto, in questa vita.
Si perde anche il fiato e la voglia di respirare.
Le parole perse erano a mazzi raccolte senza cura e senza ragione.
Tante erano le promesse fatte le più incredibili, vendute a basso prezzo,
convenienti, in apparenza ma senza garanzia.
Convinti del mio interesse, i venditori sortirono da cassetti chiusi
un pacco di sentimenti, di sentimenti persi nel nulla.
Ricuperabili, in apparenza, con poco impegno.
Ho chiesto se avessero fede persa,
mi mostrarono sacchi colmi, legati saldamente e aggiunsero
che avevano anche speranza e carità persa.
Abbiamo di tutto – gridarono-
mancano soltanto i soldi persi. –
Non possono tenerli, per mancanza di specializzazione.
Avrei voluto comprare qualcosa, vista la convenienza,
ma no trovavo niente che mi servisse con impellenza .
Una giovane donna, comprendendo la situazione,
gridò a voce alta :-
L’amore, le interessa l’amore!?!
L’amore perso, insisteva
L’amore perso, mi dissi,
potrebbe interessarmi, se il prezzo è buono.
Il prezzo è eccellente, eccellente veramente, rispose-
La qualità del prodotto?-
Non possiamo conoscerla, perché gli involucri sono chiusi
senza indicazione all’esterno -.
Amori persi, al mercato delle cose perse.
Non comprai neanche gli amori persi.
Mi dettero del “perditempo”.
Mi sorpresi del rimprovero e ci pensai su.
Convinsi me stesso che certi sentimenti non si comprano,
ma non riesco a spiegarmi il perché.
Nel mercato delle cose perse , non manca niente, mi dissi, ed andai via.
Il mercato delle cose perse è sempre aperto di giorno, di notte,
in ogni stagione dell’anno e della vita.
Il luogo non è indicato da nessuna pubblicità, ma la frequenza è grande.
E’ interessante sapere che esiste,
ma non so se ci torno ancora.
Credo di essere molto fortunato.
Sono nato con la camicia.
Ho imparato presto ad essere:
Megalomane
Narcisista, quanto basta
Vanitoso
Egocentrico
Immodesto, senza confine
Ed un poco antipatico, quanto serve.
E’ meglio essere figli della fortuna
Che figli di Re.
Spesso ripenso alle cose ho fatto.
Le cose migliori sono ancora nel mio pugno da aprire,
legate al mio polso con filo doppio, le buone intenzioni.
Il tempo passa, con ali leggere, veloci più del maestrale che soffia forte,
quando scoperchia i pensieri nella mia testa.
Ieri ho ascoltato campana di chiesa contare i miei anni.
Concerto di semplici note prodotte con garbo
da un povero uomo di scarsa energia, ma molto ispirato.
Ogni tocco un mio anno buttato nell’aria.
Un pezzo di vita come un film già visto.
Immagine note di storie vissute, da seguire in silenzio.
Tutti i tocchi scanditi dei miei anni trascorsi.
Le corse stressanti e le attese infinite.
Gli uccelli del lago volavano bassi sul tetto di casa e sopra di me,
per dire la gioia di rendermi omaggio, di farmi coraggio, per simpatia.
Soltanto un airone venuto dal Nord, appena arrivato da molto lontano,
ignaro del fatto che il suono era mio,
battuto in ritocchi per dire chi sono.
Viandante nel cielo gabbiano anch’io, legato al mistero sofferto, del vento
Ogni battito d’ala ogni tocco, un rimbrotto,
cosi mi pareva.
La campana suonava, l’airone volava con l’eco invadente
dei tocchi di bronzo.
Un suono a cadere un singhiozzo metallico, finito nell’aria, caduto leggero nell’acqua del lago.
Apoteosi irreale all’ora del credo in un cielo di giada dorata e suadente
Salito sul tetto, guardavo lontano l’azzurro del mare nascosto dal verde cresciuto improvviso, come un muro di foglie.
Sulla cima degli alberi, le parole non dette.
Buttate per terra, accanto alle foglie, occasioni mancate e
coscienza perduta.
Sul muretto dell’orto, le buone intenzioni a guardia del male.
Su pali da rete, tesori fasciati di idee smarrite e di solitudine rara,
legata a quei legni.
Miti violati, per poca fiducia.
Speranze riposte in tasche sbagliate.
Pensieri perduti, nell’onda del nulla.
Carezze e sorrisi sprecati per sempre.
Ancora ripeto, parole non dette, tenute nel pugno.
Canto stonato, di voce insicura
Questa la storia di un uomo che corre, che corre col vento.
Cercando la pietra che segna il cammino
Una vita che corre. cercando nel cielo, la stella propizia.
Un uomo che corre, cercando la strada segnata nel cielo.
L’airone volava, nella sera annunciata.
Per dire ancora, che scappa via.
Lasciandomi solo, con falce di vento a mietere storie trovate nell’aria.
Un uomo che corre cercando lontano
il muro di luce a confine del tempo.
La mia casa
Ho appeso i miei sogni migliori
Alle pareti alte della mia casa.
Li ho illuminati ad arte, per vederli in ogni momento
del giorno e della notte
Ho appeso al chiodo istoriato dell’uscio, i cattivi pensieri,
sperando che il vento della notte , se li porti via.
Ho steso sul davanzale della finestra grande le mie ansie e le paure
perché, il Sole, che batte forte all’ora di punta, le possa dissolvere.
In un angolo della casa, su una porta cieca ho fissato tavole
di quercia stagionata, per farne ripiani.
Ho raccolto in archivio, le sfide, in annuari legati a spago forte,
i graffi, sono rimasti in un segno di fuoco spento,
i successi , sono diventati, macchie di cenere, su fogli di carta
bruciata dal tempo.
In una stanza grande della mia casa,
ho appeso con chiodi importanti, tutti i sorrisi, le carezze,
le strette di mano sincere e le parole gentili.
E’ l’unica stanza che spolvero assiduamente, col battito di ciglia.
Ne curo la presenza, nella mia memoria.
Nel piccolo giardino della mia casa , ho scavato solchi profondi,
alla base di essi , con le dita nude, ho seminato le mie idee migliori,
le innaffio con l’acqua pura del pozzo, facendo conca le mani e
rigagnoli le dita.
Seguo partecipe la loro crescita, e con amorevole cura, osservo le tenerissime foglie uscire dall’umida terra.
Se diventano cespugli o pianta, poto rami e ripulisco fronde,
tagliando quelli inerti e le foglie ingiallite.
Le idee, anche le migliori, hanno bisogno di cura costante
per diventare rigogliose e forti.
Nella sala grande, della mia casa
Dove ricevo gli amici, ho creato nicchie accoglienti per lo scambio di pensieri felici.
Questa sala, non ha il tetto sopra, non l’ ho voluto,
perché il cielo sia sempre presente.
Desidero che le stelle siano su di noi.
Questa mia casa ha tasche di pietra per contenere la buona speranza.
Sotto le falde del tetto che esiste , ho lasciato lo spazio per i nidi,
dove covare buoni sentimenti.
Nella mia casa non entra mai il vento cattivo,
ho fatto un patto incredibile, mostrandogli i pugni.
Ha compreso l’incanto che c’è nell’abbraccio
delle cose che dico.
Ha bussato alla mia porta
Ha bussato tre volte alla mia porta.
Ha detto chi fosse ed è entrata.
Si presentò col il suo nome che non ho sentito, la prima volta.
Si è avvicinata con riverenza.
Ho bevuto luce del suo mattino ed il sorriso, fresco,
come acqua di fonte pura.
Ha riempito la casa di vita nuova.
Ha parlato gentile porgendomi grazia e gentilezza.
Ho raccolto la voce con le mie dita e l’ ho riposta per sentirla ancora.
Diceva del volo della sua vita .
Guardavo i suoi occhi ed il suo viso.
Le fate buone sono ancora in vita e
c’ è chi ascolta favole vere, per poi ridirle, in canto puro.
Ha bussato tre volte all’ora di punta, per dirmi del volo della sua vita.
Ho ascoltato parole leggere di vento.
Ho sentito suonare campane d’incanto.
Voleva capire il mistero che è in cielo e lo chiedeva con fare suadente
a chi è scappato da storia di pianto.
Ha socchiuso la porta
Per dire che c’era e mi ha costretto a stringerla forte.
Lo so che l’incanto dura un istante.
Ho già vissuto storie d’amore.
So che la gioia ha ali di cera, si scioglie col caldo che sale improvviso.
Le cadute sono certe, se si vola lontano.
Ha bussato tre volte
Ha posato una storia ed è andata via .
La luce è uscita dalla mia porta
lasciando il sipario aperto su una scena distrutta.
Ho raccolto il ritratto su tela di lino, il corpo ed il volto da primo mattino,
la luce è dorata, cullata nel sogno.
Ho costretto il mio corpo su sedia robusta
Rivedo la fata che porge lo scrigno.
Cullando i pensieri che salgono a fiotti, trattengo il mio corpo
e stringo le mani ai braccioli scolpiti.
Ho dipinto il suo viso, tutta la vita, senza sapere che era nuvola alta,
fronda di quercia, cima d’ulivo, voce invitante e furia nascosta.
Ha bussato tre volte con fare deciso
ed io ho aperto il mio desiderio di storia nascosta all’occhio del cuore,
di un uomo che cerca, che fruga nei giorni di ore fugaci.
Ha bussato tre volte,
tre volte soltanto.
Conosco il suo nome, il suo profumo, la voce che sento mi trova confuso.
Ha lasciato un bel sognoed è andata via.
Chiedo perdono,
se la sabbia sollevata dal vento delle mie parole
ha dato fastidio.
E’ sabbia di mare pulito, lo assicuro, parola mia.
L’amore è un labirinto
L’ AMORE è un labirinto.
Un labirinto di foglie verdi senza tempo e senza misura
Diventano terra e radici che non puoi stringere in pugno.
L’amore è un labirinto
Un labirinto di rami di quercia che intrecciano giorni di luce, di sole
ed ombre oblique che non conosci.
L’amore è un labirinto
Un labirinto di sabbia bagnata rubata alla riva nell’alba tiepida.
Cammini in essa affondando i piedi e guardando le orme ne misuri i passi.
Non sono sempre profonde e sembra che il piede non sia sempre il tuo.
L’amore è un labirinto
Un labirinto di specchi
Di specchi colorati anche se il vuoto è attorno.
Leggi immagini e ricordi Stracci di vissuto, aggrinziti da strette di mano.
Mani grandi, che non hanno dita.
Anche il cielo che ti cade addosso è uno specchio.
Uno specchio con tante parole buttate a caso.
Ma ogni parola che leggi, ha un suono con note precise,
la musica che hai desiderato
L’amore è un labirinto
Un labirinto di stelle Infilate a collana come perle rubate al deserto
Quando il deserto è mistero che confonde il pensiero
L’amore è un labirinto
Un labirinto costruito con le tue mani, come nido d’uccello
con ali grandi per volare alto
Ma non sai mai quanto.
L’amore è un labirinto
Un labirinto di sogni, che raccontano la tua vita.
Le parole
Le parole sono moti d’animo
Moti d’animo che si sentono.
Sono Invito, minaccia, sorriso, condanna.
Sono pietra, dardo, carezza, terrore.
Le parole forano le montagne.
Le parole vincono le guerre e le perdono.
Fanno la rivoluzione e la sedano.
Le parole inventano amore e lo sacrificano
Costruiscono amicizie e le distruggono.
Condannano a morte e salvano la vita.
Alzati e cammina!
Va al diavolo!
Le parole contano, maledette, benedette, benvenute, inutili, tremende.
Inopportune, felici.
Le parole pesano, se sono inutili, stancano.
Le parole scappano, anche dalle bocche chiuse.
Le parole crescono come funghi ed a volte sono velenose.
Le parole illuminano con luce propria e danno il buio terribile.
Le parole tradiscono, a volte, anche, chi le dice,
se no le tiene strette in pugno.
Si rivoltano Prepotentemente.
Le parole non dette sono cenere senza fuoco.
Tutti abbiamo magazzeni pieni di parole non dette.
Tutti abbiamo parole dette quando avremmo potuto tacerle
Le parole hanno code di pentimenti, di rimpianti, ma anche di speranza.
Il mondo è pieno di alberi di parole stupide
Sono quelle con i fiori più grandi.
Crescono e si moltiplicano in ogni dove.
Il concime più conosciuto è l’ignoranza
Concime biologico, naturale e comune.
Ma esistono altri fertilizzanti, sempre naturali, sempre biologici.
Le parole hanno, per crescere, anche adiuvanti di sintesi,
tecnologici, molto diffusi.
Le parole crescono, si diffondono come le alghe cattive nei mari.
Le parole sono calde, tiepide e fredde. In tutte le stagioni.
Le parole sono suoni, grida, musica e rumore.
Quante cose sono le parole!
Quante cose ho detto per non dire niente
Il Niente delle parole cretine.
Sempre presenti, sempre cretine.
Parole…..nel vento
Oggi volevo dipingere il tuo corpo.
Come prato in primavera.
Come scoglio commosso da brezza profumata
Come oracolo invitante per preghiera di conforto
Gli occhi sono nelle mie mani.
Sfiorano le tue gambe e con mani in passione, disegnano il tuo profilo
Lascio i capelli in ghirlande di fiori.
Li intreccio in sogni di luce e di cielo terso.
Mi sento preda che corre felice e poi si abbandona.
Il tuo corpo è miracolo che squarcia il cuore in tempesta.
Oggi volevo dipingere il tuo corpo
Scolpito nella mia anima.
Mi accorgo che non ha misura
Scappa dalla mia fantasia
Si confonde col mito
Diventa tempesta, di pioggia violenta e mare minaccioso che mi trascina,
con occhi aperti sul tuo cielo.
Non so dire perché le mie mani tremino, quando sfiorano la memoria
Le parole a singhiozzo non hanno senso.
Sono lampi in un ciel cobalto e mugolii di acqua, che cade
da roccia boschiva.
Volevo dipingere il tuo corpo
Ho scolpito la mia ansia e la paura di perderti
Con mani di dolore su pietra dura.
L’amore impossibile
L’amore impossibile
é una corsa a perdifiato in notte senza luna.
L’amore impossibile é flutto di parole rubate all’onda,
quando picchia contro la scogliera alta di granito antico.
L’amore impossibile
sa infilare le mani fredde sotto le vesti, per cercare il piacere atteso a lungo.
L’amore impossibile
morde il collo, graffia la schiena con unghia di selce dura.
L’amore impossibile
rende lunghe le notti e calde le giornate d’inverno.
L’amore impossibile
confonde le carte delle stagioni, mette a soqquadro la memoria,
bisticcia, iraconda, alzando le mani in difesa del nulla
L’amore impossibile sa dire al vento parole scappate all’anima,
mai scritte prima e mai lette a voce alta.
L’amore impossibile
sa essere trepidante abbraccio, sorriso voglioso, fiore di labbra socchiuse,
invitante e carnoso che ruba il respiro, ansante, penetra. e riceve.
Ladro per voglia di avere.
Impegna a fondo i fianchie le braccia si fanno morsa.
L’amore impossibile
guadagna il tuo corpo stringendosi addosso in vortice tumultuoso.
Cerca le pieghe intime, frugando con brama di carezze sfrenate.
Coglie emozioni lasciate alla mano avida di conquista.
Trova tesori riposti, a lungo nascosti, e spesso dimenticati.
L’amore impossibile è il piacere che sgorga dalle dita,
tese in atto di desiderato abbandono.
E’ catena profetica di lusinghe dorate, cascata di sorgente che inebria.
Stretta accattivante di emozioni, singhiozzi spezzati dall’ansia del consueto
Grida liberate da rete pudica di luoghi costretti.
L’amore impossibile è fiato caldo sul petto, occhi in attesa, di luce brillante.
E’ canto di gioia, nuvola persa,. volo d’uccello che migra lontano,
pagina aperta, per dire l’incanto che vibra nell’aria.
L’amore impossibile, è sirena ammagliante,
in canto di gioia sfrenata che scappa e ritorna con l’onda lontana.
Prende il respiro e poi abbandona.
Gli amori impossibili scappano via come foglie leggere nel vento di terra.
Ma spesso creano solchi del tempo vissuto con ferro appuntito.
Gli amori impossibili fanno il conto di ore, all’ombra di querce
con braccia giganti e ripongono vita ed umori vissuti, in pozzi di luce, coperti dal pianto caduto sul braccio e sulle ginocchia.
Memoria, se vuoi, rubata alla sera,
che prendi e trattieniin ritratto remoto da immagine sacra.
Gli amori impossibili fanno parte del giuoco azzardato, legato al tuo giorno, che fugge veloce, lasciando le orme di fango bruciato da fuoco di sole.
L’amore impossibile
Non sta nella mano.
Chi vuol continuare a leggere